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Cooler Master Eisberg 240L, l’AIO per eccellenza - Eisberg 240L Prestige: analisi strutturale, ventole e rumorosità

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Eisberg 240L Prestige: analisi strutturale, ventole e rumorosità

 

La serie Eisberg si distingue nettamente da tutti i modelli visti finora per un progetto completamente innovativo, realizzato in collaborazione con la tedesca Alphacool, produttore di componenti per watercooling ben noto nel settore. A differenza degli altri AIO, troviamo waterblock, pompa e radiatore derivati direttamente da componenti discrete. Waterblock e pompa sono montati insieme in un blocco di generose dimensioni, dovendo ospitare una pompa ben più potente rispetto a quella presente negli AIO standard. Un’altra caratteristica di questo prodotto è la modularità. Pur essendo un kit AIO, quindi installabile in modo immediato così come ci viene inviato da Cooler Master, l’Eisberg 240L permette di sostituire con facilità il radiatore o il waterblock e persino di aggiungere uno o più waterblock per schede video. Come vedremo nei test, la pompa è progettata per avere potenza eccedente, permettendo di aumentare il carico del circuito senza compromettere in modo significativo le prestazioni. Per questo motivo la serie Eisberg si può considerare come l’anello di congiunzione tra gli AIO classici e i sistemi a liquido a componenti discrete. Di seguito riportiamo lo schema dia assemblaggio del prodotto, che vi permetterà di apprezzarne meglio il principio di funzionamento.

 

A

 

Il modello 240L presenta un radiatore da 240mm avente uno spessore pari a 30mm, una spaziatura delle alette di 1.50mm, uno spessore delle alette di 0.1mm, un numero di setti del radiatore pari a 13, una spaziatura dei setti di 0.82cm, una lunghezza dei tubi di 34cm ed infine tolleranze a sinistra di 3.1cm e a destra di 1.99cm. Questo radiatore permette all’Eisberg 240L un comportamento termico teorico che si attesta ai livelli più elevati tra i modelli che abbiamo recensito fino ad oggi, quindi fa ben sperare. Data la tipologia delle alette in rame, diversamente dall’alluminio degli altri dissipatori AIO, si presume che con ventole potenti ci sia un miglioramento visibile, a parità di superficie dissipante. Il radiatore è perfettamente identico al NexXxos ST30 Full Copper, che Alphacool commercializza in versione discreta per gli assemblatori di sistemi a liquido.

Il dissipatore, per chi non conoscesse la tipologia in questione, si presenta come un corpo radiante della larghezza di 240mm ed altezza grossomodo di una singola ventola da 120mm, questo significa che sarà compatibile con quei cabinet che hanno una predisposizione per due ventole da 120mm in sequenza, senza spaziatura tra di esse; facciamo presente che ci sono modelli persino mini-ITX con queste caratteristiche, per via delle potenzialità intrinseche di questi sistemi. Dal radiatore partono due tubi contenenti del liquido refrigerante, sostanzialmente acqua e sostanze sia anticorrosive, sia antibatteriche e fungine, che finiscono la loro corsa all’interno di una struttura squadrata, progettata da Alphacool, che funge sia da waterblock che da pompa. E’ quindi un modello allo stato dell’arte per quanto riguarda le dimensioni, che non eccede in spessore ma che è caratterizzato da un radiatore simile a soluzioni a liquido propriamente dette, con alette di dissipazione in rame.

 

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Radiatore, superficie dissipante e tubi

Avendo già fatto presenti le specifiche tecniche e molti dettagli approfonditi, che difficilmente potete trovare in altre recensioni anche di calibro mondiale, vi mostriamo alcuni dettagli del modello. Vi mostriamo alcune fotografie del radiatore e dei dettagli strutturali:

 

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Partendo da questi presupposti analizziamo la struttura stessa del radiatore. La struttura è molto robusta, presenta 4 fori per lato per l’installazione di massimo due ventole da 120mm. Le alette sono più spaziate rispetto allo standard degli  modelli della concorrenza, il che giova a bassi flussi d’aria, però lo spessore del radiatore si attesta a livelli intermedi (esistono modelli da 25 a 48mm). Le tubazioni sono caratterizzate da un rivestimento in gomma che non permette evaporazione o perdita di liquidi, ben sigillato ma soprattutto robusto, data anche la presenza di un sistema che non permette al tubo di piegarsi con angoli di 90 gradi, o superiori. Diversamente dai modelli Corsair della prima tipologia, non sono quindi presenti le ondulazioni delle tubazioni, che garantivano certamente solidità, ma erano forse eccessivamente rigide. Le giunzioni con il radiatore e con il combo pompa-waterblock, sono semplicemente eccelse ed oltretutto permettono anche la sostituzione del liquido interno oppure il potenziamento dell’unità, cambiando quindi pompa o radiatore. Essendo un modello costoso deve per forza avere caratteristiche del genere, di modo che si possa anche potenziarlo o migliorarne alcune caratteristiche tecniche. Il sistema di aggancio è eccellente e non ci saranno perdite.

NOTA AIO: la tipologia, essendo molto diversa dai comuni dissipatori a torre, dovrebbe permettere in linea teorica di ottenere performance di dissipazione davvero molto elevate, se non addirittura al massimo possibile. Un radiatore di questo spessore per la sola CPU potrebbe arrivare a gestire un carico di lavoro pari e superiore a 250/300W, con il giusto connubio di ventole (caso estremo). Dissipatori a torre, per ottenere performance simili, devono essere o di dimensioni gigantesche, oppure di un materiale con più elevata dispersione termica, quale ad esempio il rame. Questo fù il caso, ad esempio , del Thermalright TRUE Copper, dal peso di due kilogrammi circa ; un tale peso può essere in grado di spaccare completamente il socket di una scheda madre, se in posizione verticale. Non è questo il caso con dissipatori AIO, che quindi non portano minimamente a nessuna deformazione del PCB della scheda madre, a patto che vengano installati come da manuale.

 

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Il diametro dei tubi, reale, è leggermente inferiore a quanto riportato nella tabella e purtroppo non è possibile misurarlo direttamente, in quanto sarebbe necessario segarlo in due e misurare all’interno le distanze. Comunque sia è uno dei più grandi tra i modelli che abbiamo provato.

 

Waterblock, base di contatto

Il waterblock presenta un design interno avanzato, basato su microcanali e dotato di un particolare jetplate che serve a massimizzare il flusso attraverso i canali stessi. A conferma della bontà del progetto, la stessa base è utilizzata nel waterblock Phobya UC-1 Extreme.

 

waterblock-1  waterblock-2  jetplate

 

La base non presenta della pasta termica preapplicata, che invece è fornita con un tubetto accessorio. Gli utenti più esperti utilizzeranno paste di qualità superiore, spalmando un sottile strato per massimizzare il contatto, che in questo caso è davvero sublime.

 

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NOTA APPLICAZIONE: facciamo presente che per la stesura delle nostre recensioni qualsiasi pasta termica preapplicata viene levata, e viene spalmata della Arctic Cooling MX-4, con un metodo standard e con un sottilissimo strato che massimizzerà quindi le performance teoriche dell’unità. Con i dissipatori AIO inoltre viene spalmato un sottile strato pre-applicazione nella parte centrale, al fine di colmare i gap di basi non perfettamente rifinite, come nel caso dei dissipatori HDT a contatto diretto.

Vi mostriamo alcune fotografie della base di contatto e dell’installazione, che quindi è standard per tutti i dissipatori di questa tipologia:

 

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NOTA QUALITA’ BASE:  una base di contatto che abbia un’elevata efficienza di dissipazione termica richiede una qualità intrinseca della superficie di scambio molto elevata. Ciò è possibile con procedure di lavorazione della base avanzate, che permettano di minimizzare le discrepanze orizzontali della base, che vengono colmate dalla pasta termoconduttiva. In questo campo viene utilizzato il termine “lappatura”, che quindi rappresenta proprio la qualità finale di questo processo. Con il termine “finitura a specchio” si indica invece una particolare lavorazione che porta ad avere una superficie di contatto perfettamente lucida, che rispecchia quindi la luce senza produrre deformazioni locali. Viene ottenuta con tecniche di lavorazione che utilizzano superfici abrasive molto sottili ed è comune in diversi marchi molto famosi, quali Scythe ad esempio.

Un particolare dell’impronta termica, eccellente:

 

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Ventole in dotazione e rumorosità

Riportiamo i dati effettivi di rotazione delle ventole, ricordiamo inoltre che sono sensibili ad una variazione del 10%. A titolo informativo riportiamo il metodo di conversione tra portata in CFM e in metri cubi orari: m^3/h = CFM / 0.589

NOTA MISURAZIONI DELLA CASA MADRE: non sono da considerare i valori di targa perché non sono note le procedure di campionamento, quindi commentiamo solo ed esclusivamente quanto visto in prima persona, ma soprattutto quanto valide sono le performance sui dissipatori. Questo discorso vale sia per il CFM che per l’analisi in dBA. Noi testiamo direttamente la rumorosità e vi rimandiamo al capitolo dedicato alla descrizione della strumentazione utilizzata. Il CFM quindi è un parametro soggetto a molta diversità, e che può essere comparato solo con modelli della stessa casa produttrice.

 

ventole

 

Sono presenti due modelli da 120mm, con cornici antivibrazione. Sono dei prodotti validi anche se certamente chi comprerà un modello del genere acquisterà anche modelli di ventole migliori. Il diametro è standard e la rumorosità nella media, come la tipologia ed il numero delle pale di ventilazione. Gli RPM non eccessivi non lo renderanno terribilmente molesto, anche se le misurazioni in dBA nel capitolo dei test parlano chiaro.

 

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Come abbiamo già visto per il radiatore e per il waterblock, l’Eisberg adotta componenti derivati direttamente da modelli aftermarket. Anche per la pompa troviamo quindi un modello commerciale dotato di top personalizzato per Cooler Master. La pompa in questione è l’Alphacool DC-LT ceramica, per cui l’azienda tedesca dichiara un flusso approssimativo di 120 litri orari, una prevalenza di 2,2m, un range operativo di 5V - 13,5V ed un consumo di 4,9W. Questi dati potrebbero però differire per il modello installato nell’Eisberg.

Uno dei problemi dell’Eisberg 240L, fin dagli albori della progettazione, è il rumore della pompa; fortunatamente è possibile modificarlo con un fan controller oppure con i riduttore in dotazione ed è consigliabile far lavorare l’unità a 2100RPM circa, contro i 3000 nominali e “standard”. La perdita di performance è irrisoria mentre la riduzione dei dBA eccellente, da 47.4 a 38.4 ovvero due soluzioni completamente diverse perché la prima è circa due volte più rumorosa della seconda. 

 

Consigliamo di tenere il dissipatore in un range intermedio, al fine di bilanciare prestazioni e rumore.

 

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