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The last of us Parte II: Analisi di un capolavoro (Atto 4 - Finale) - Questione di ritmo...

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QUESTIONE DI RITMO...

 

Il secondo punto che mi ha lasciato perplesso, è la questione del ritmo narrativo, dell’incedere della storia. Il gioco inizia con un crescendo potentissimo, perfetto, costruito ad arte, fino alla sua massima esplosione, con l’uccisione di Joel. Ma poi, arrivati a Seattle, la storia subisce una brusca frenata. Si inizierà a dare spazio al riuscitissimo gameplay, ma questo, a scapito della storia purtroppo, che risulterà fortemente diluita. TLOU 2 prende il gameplay del primo capitolo e lo fa esplodere all’ennesima potenza, portandolo allo stato dell’arte. Nulla da dire, il gioco risulta piacevolissimo, ricco di meccaniche e di potenzialità, uno dei più bei gameplay di sempre, il tutto grazie anche alle nuove animazioni, il motion matching, ed un profondo e rinnovato level design. Per fare apprezzare questo fantastico gameplay, sono state integrate molte più zone e le sessioni di giocato sono molto più lunghe rispetto a quelle del primo capitolo. In questo modo la longevità del titolo risulta raddoppiata rispetto a quella del primo capitolo. Di conseguenza, si è dovuto sacrificare qualcosa sul fronte della storia, in particolare del suo ritmo, per concentrarsi sulla costruzione del gameplay; e ciò ha fatto sì che la parte 2 risulti molto meno densa e ritmata rispetto al primo TLOU. La storia, tuttavia risulta piacevolissima ed interessante da seguire, pur risultando spezzettata, riesce a temere l’interesse alto grazie ai flashback e alle storie e destini dei personaggi secondarie. Purtroppo, per quanto interessante e ricco l’intreccio, non riesce ad essere cadenzato e ben amalgamato come il primo TLOU, con cui perde il confronto. Mentre il primo capitolo risulta la perfetta commistione tra storia e gameplay, nel secondo, contro ogni pronostico, si va a favore del giocato, ed è questo il vero colpo di scena di TLOU 2: il gioco cinematografico per eccellenza, che ha fatto la storia per il perfetto bilanciamento fra narrativa e gameplay, finisce per favorire estremamente il secondo aspetto a scapito del primo. Sia chiaro che non è un difetto, anzi! E’ da applausi la grande riuscita del gioco dal punto di vista ludico; tuttavia, questo potrebbe scontentare i fan che sia aspettavano un focus maggiore sulla storia. Perché quando TLOU 2 si concentra sulla storia, gli riesce dannatamente bene, come quando ingrana mettendo in scena “lo stallo” fra le protagoniste all’interno del teatro. Questo è l’episodio di chiusura della prima metà con Ellie, subito prima di rivivere l’esperienza dal punto di vista di Abby. Ed è proprio questo il problema, la storia si interrompe sul più bello, nel momento in cui Abby sta per sparare ad Ellie e sembra che debba succedere il peggio; un momento capace di gasare ed incuriosire come pochi.

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Tuttavia questa curiosità dovrà essere soffocata fino al momento in cui non arriveremo nello stesso punto con Abby. Quindi dovremo attendere un’altra buona metà di gioco. Il punto è che morendo dalla voglia di sapere come va a finire l’incontro-scontro fra le due, non riusciremo a godere a pieno della parte con Abby, che per certi versi risulta molto più interessante rispetto a quella con Ellie! Ci sono stati, infatti, molti casi in cui i giocatori hanno rushato tutta la storia di Abby, perché morivano dalla voglia di conoscere il destino delle due ragazze all’interno del teatro. E questo è un problema importante per la giusta fruizione e messa in scena della storia. Se i giocatori rushano e giocano con disinteresse una parte della storia, solo per conoscerne il destino dei personaggi; vuol dire che qualcosa non ha palesemente funzionato nella scelte delle tecniche narrative o di costruzione della storia. Infatti, credo che la storia ed il gioco in generale, risultino molto più godibili cominciando una seconda run, dove già si conosce il destino dei personaggi ed il finale, e quindi ci si concentra sull’esperienza per quella che è, in ogni sua singola componente e sfaccettatura sia della storia che del giocato. Infine, per quanto riguarda le problematiche del ritmo di gioco, c’è da riflettere sul fatto che, paragonando il primo capitolo al secondo, c’è una netta differenza nel tempo della storia e del racconto. Nella prima parte, l’arco narrativo copre un anno intero, e la storia è scandita dall’incedere delle stagioni, in cui si alternano oltre ai personaggi, vicende ed ambientazioni diverse. Il tutto si completa fra le 12 e le 15 ore. Nella parte 2, invece, l’arco narrativo si risolve in poco più di 3 giorni, tralasciando i flashback e qualche momento spostato in un tempo indefinito (comunque entro il limite dell’anno al massimo, si parla in particolare del finale). Il punto qui è che la vicenda impiega un “giocato” pari al doppio del primo, quindi in molti casi si può avvertire un senso di annacquamento, per quanto sempre estremamente ben fatto, ma alcune sessioni possono risultare allungate e quindi spezzare e disturbare inutilmente l’equilibrio della narrativa. Quindi, abbiamo da un lato, un primo capitolo con più varietà di vicende che copre un anno di vita, un anno intero in viaggio, il tutto condensato in una quindicina d’ore; ed un secondo capitolo da 25-30 ore divise in circa tre giorni di intreccio narrativo con un'unica direzione, che è quella della vendetta della protagonista. Si capisce da sé che il secondo capitolo risulta molto più allungato, 25-30 ore reali in 3 giorni fittizi, contro le 12-15 ore reali in un anno fittizio. Il secondo capitolo sarebbe potuto, alla luce di tutto ciò, durare di meno, e soprattutto la storia ne avrebbe giovato? La risposta è, molto probabilmente sì, anche se, l’esperienza in toto, ossia la parte che riguarda il gameplay, no. Infatti il level design ed il gameplay totalmente evoluto e ben integrato, hanno raggiunto un tale livello che sarebbe stato un peccato sacrificarli o ridurli anche solo in meri termini quantitativi, ossia in un numero minore di stage. La soluzione sarebbe potuta essere inserire qualche colpo di scena in più per movimentare la situazione e dare più ritmo; oppure utilizzare meglio lo stallo fra le due protagoniste all’interno del teatro, in modo tale da non penalizzare la parte di storia con Abby. Qui, però, si parla di voler trovare proprio il proverbiale pelo nell’uovo all’interno di un grande capolavoro, sotto tutti i punti di vista. Arriviamo finalmente alla fatidica domanda finale: alla luce di questa lunga analisi quale dei due capitoli di TLOU risulta il più riuscito, il migliore? Dal punto di vista del gameplay, senza ombra di dubbio il secondo, mentre per quanto riguarda la storia, soprattutto per il ritmo della narrativa e per il finale, mi sento di promuovere la parte 1 rispetto alla parte 2, anche se per pochissimo, dato che la parte 2 raggiunge anche essa momenti altissimi, sia nel prologo che nel finale. Quindi non ci sono vincitori né vinti, proprio come capita nel mondo di TLOU. Entrambi i capitoli costituiscono un centro perfetto da parte di Naughty Dog, anche se arrivano allo status di capolavoro con modi e strumenti diversi. Un pareggio perfetto.

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Ora non ci resta che aspettare la fatidica PARTE 3, come ci lascia intuire la schermata iniziale che si sblocca concludendo il gioco: la barca di Abby e Lev arenata sulla spiaggia di Catalina Island, e, sullo sfondo il famoso edificio circolare, la nuova base delle luci. Un messaggio di speranza in un mondo ed in una storia così cupa; i nostri nuovi eroi ce l’hanno fatta, hanno raggiunto finalmente le luci. Spetta a loro, ai nuovi Joel ed Ellie raccogliere la pesante ed immortale eredità all’interno di un terzo capitolo che dovrà e siamo sicuri, saprà, ancora una volta emozionarci e sorprenderci. Eccoci finalmente, siamo giunti alla fine. Ora sta a voi, cosa ne pensate? A freddo vi è piaciuto TLOU 2?  E le scelte della sua storia? Reputate il primo capitolo superiore al secondo? Discutiamone insieme.

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